Jourdain
Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 179 Da: Vignate (MI)
| Inviato: 03-03-2008 11:58 |
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Nel 1987, Luigi Comencini diresse questo film tanto crudo e realistico quanto onirico e metaforico.
"Realtà" e "Sogno" sono i due tasselli che, susseguendosi, sovrapponendosi, annullandosi e completandosi, creano quest'opera ottimamente progettata e ben riuscita.
La storia è quella del ragazzino Mimì, che vive in un paesano e campagnolo paese di Calabria.
Mimì è figlio di Nicola (Abatantuono), un uomo la cui vita è sempre stata circoscritta dai limiti del proprio paese e che lavora in una realtà sentita come fallimentare, ma allo stesso tempo necessaria: lavora in un manicomio vicino a casa, coi matti che tanto disprezza.
Nicola desidera violentemente che il figlio Mimì studi e che riesca a realizzarsi in un'occupazione "dignitosa", desidera che il figlio faccia un mestiere diverso dal proprio, un mestiere che non lo faccia tornare a casa la sera con un occhio nero causato da un pazzo del manicomio.
Mimì ogni giorno va a scuola ma, invece di utilizzare il pulmino "scuolabus" come tutti i ragazzi, ripone i propri libri sul veicolo e si reca a scuola correndo. Finchè Felice (Volontè), lo zoppo autista del pulmino, si accorge che Mimì non prende mai il pulmino, si accorge che il ragazzo preferisce andare a scuola correndo.
Felice crede che Mimì abbia il talento per poter diventare un corridore professionista, crede che possa allenarsi per partecipare, un giorno, alle Olimpiadi e fare la maratona: parla al ragazzo ed i due iniziano a sognare insieme, chi come allenatore e chi come atleta, di poter bucare le mura di quel paese e di poter far diventare realtà il sogno di Mimì.
Mimì inizia a sottoporsi all'allenamento "fai da te" pianificato da Felice.
Il problema è l'opposizione del padre Nicola, che non vuole che il figlio si distragga con queste stupidate e con quello sciocco sciancrato di Felice.
Il film cresce con il crescere della lotta tra la mentalità pratica e limitata di Felice, che cerca in ogni modo di bloccare il sogno del figlio, e la gioiosa follia di Felice e Mimì.
Mimì correndo sogna, come dice egli stesso; e correre e sognare sembra essere l'unico modo per uscire dalla provinciale realtà del proprio paese.
Il paese di Calabria in cui si svolge il film sembra rappresentare alla perfezione tutto ciò che è considerato un "ambiente out". La corsa, il sogno e la fatica sembrano designare ciò che serve per uscire da tale ambiente, un ambiente che sembra aver determinato, prima ancora della nascità di Mimì, ciò che sarebbero state le sue possibilità e la sua vita.
Ma la corsa, il sogno e l'allenamento sembrano essere proprio le strade per poter uscire da quel paese di Calabria, magari non proprio fisicamente ma almeno con la mente e con la speranza...
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